Un ex medico radiato parla in diretta su Telegram di vaccini come strumenti di controllo, di complotti internazionali, di verità che i giornali nascondono. In migliaia lo ascoltano, si riconoscono, condividono la sua posizione. Ma non è un’eccezione: ogni giorno, le piattaforme digitali e il sistema dei media amplificano narrazioni alternative, tensioni virali, comunità polarizzate. Questa è la società esposta: un ambiente in cui la comunicazione e la sfera pubblica sono diventate vulnerabili, attraversate da sfiducia, sovraccarico informativo e conflitti tossici. La democrazia non è minacciata solo da forze illiberali, ma da un ecosistema in cui parole e legami si logorano, e il dissenso perde riconoscimento. Giovanni Boccia Artieri, sociologo dei media, racconta le dinamiche di questa esposizione. Ma il libro va oltre la diagnosi: propone pratiche di cura del discorso pubblico, ecologie della comunicazione, forme di cittadinanza critica capaci di rigenerare il legame tra parola e spazio pubblico. Perché la democrazia è fragile, ma non impotente: può imparare a vivere nella sua vulnerabilità, e da lì ripartire. I social favoriscono ciò che funziona: e ciò che funziona polarizza, semplifica, infiamma. La democrazia ha bisogno di ascolto, mediazione, argomentazione. E se il conflitto algoritmico si consuma in millisecondi, il dissenso democratico richiede tempo.

Sfiduciati. Democrazia e disordine comunicativo nella società esposta.

Giovanni Boccia Artieri
2025

Abstract

Un ex medico radiato parla in diretta su Telegram di vaccini come strumenti di controllo, di complotti internazionali, di verità che i giornali nascondono. In migliaia lo ascoltano, si riconoscono, condividono la sua posizione. Ma non è un’eccezione: ogni giorno, le piattaforme digitali e il sistema dei media amplificano narrazioni alternative, tensioni virali, comunità polarizzate. Questa è la società esposta: un ambiente in cui la comunicazione e la sfera pubblica sono diventate vulnerabili, attraversate da sfiducia, sovraccarico informativo e conflitti tossici. La democrazia non è minacciata solo da forze illiberali, ma da un ecosistema in cui parole e legami si logorano, e il dissenso perde riconoscimento. Giovanni Boccia Artieri, sociologo dei media, racconta le dinamiche di questa esposizione. Ma il libro va oltre la diagnosi: propone pratiche di cura del discorso pubblico, ecologie della comunicazione, forme di cittadinanza critica capaci di rigenerare il legame tra parola e spazio pubblico. Perché la democrazia è fragile, ma non impotente: può imparare a vivere nella sua vulnerabilità, e da lì ripartire. I social favoriscono ciò che funziona: e ciò che funziona polarizza, semplifica, infiamma. La democrazia ha bisogno di ascolto, mediazione, argomentazione. E se il conflitto algoritmico si consuma in millisecondi, il dissenso democratico richiede tempo.
2025
8807991071
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2766131
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