EXTENDED ABSTRACT Lo studio muove dalla volontà di rintracciare, in primis, le linee evolutive generali sul tema che vede, da un lato, il ruolo in chiave strategica, sul piano micro e macroeconomico, della logistica, dall’altro, l’emergere di contraddizioni legate ai primi segni di un suo superamento sul piano teorico, che non sembra del tutto giustificato, specie con riferimento alle piccole imprese. Secondariamente, attraverso l’analisi dei contributi teorici ed empirici, e mediante la ricerca sul campo, il lavoro vuole dare risalto agli aspetti che caratterizzano la domanda e l’offerta logistica delle piccole imprese, per contribuire a identificarne le specificità e i possibili spazi di intervento. Mentre, infatti, le strategie logistiche delle grandi imprese produttive e commerciali e le strategie competitive dei player globali del settore acquisiscono valenza interpretativa e normativa, i profili comportamentali delle imprese minori non sono sempre di facile lettura. Diversi sono i sintomi di gap logistico delle piccole imprese (elevata incidenza dei costi logistici, inadeguatezza della dimensione strutturale, mancanza di competenze e richiesta di esperti di logistica) e ancora diffuso è diffuso un atteggiamento di scarsa percezione e, spesso, di sottovalutazione dei problemi logistici. Sulla falsariga degli aspetti delineati in questa premessa, il lavoro è articolato in due parti, a cui seguono le riflessioni conclusive. Nella prima parte, attraverso il richiamo dei diversi contributi e degli approcci di studio sulla logistica, sono presentati i principali lineamenti (modelli concettuali e schemi teorici) sull’evoluzione del concetto e della sfera di azione della logistica (in termini di attività, funzioni, elementi del sistema logistico), nelle sue declinazioni operative e strategiche. La seconda parte si apre con un’analisi della letteratura sulla logistica delle piccole imprese (industriali) e nelle piccole imprese (di trasporti e logistica) e una descrizione delle evidenze ottenute dalle ricerche empiriche recentemente condotte sul piano nazionale e internazionale. La trattazione di questi aspetti, assieme alla descrizione della metodologia impiegata, introduce la ricerca empirica personalmente condotta, che costituisce la parte centrale del lavoro. Lo studio sul campo ha interessato un campione di oltre 300 piccole imprese marchigiane e romagnole. Il campione, plurisettoriale, include imprese manifatturiere e di logistica e trasporto e costituisce lo strumento utilizzato per approfondire dal punto di vista quantitativo e qualitativo lo studio dell’offerta e della domanda logistica. L’analisi rivolta alle imprese manifatturiere si sofferma, in particolare, sulle seguenti aree tematiche: - le attività del ciclo logistico svolte internamente e la diffusione dell’outsourcing di parti del processo logistico; - la dotazione tecnologica e informatica per il coordinamento dei processi logistici; - l’orientamento al miglioramento del livello di servizio e la diffusione di indicatori gestionali per la rilevazione e il monitoraggio dei costi e delle prestazioni logistiche; - le scelte organizzative della logistica; - l’impiego del commercio elettronico e le implicazioni sull’assetto logistico aziendale; -il tipo di visione logistica prevalente e il livello di consapevolezza del valore strategico della logistica; - l’orientamento verso soluzioni logistiche comuni (di distretto o di filiera). L’analisi rivolta alle piccole imprese di logistica e trasporti si sofferma, tra gli altri, sui seguenti aspetti: - l’assetto strutturale delle imprese e la tipologia di operatori presenti nel comparto; - la natura dei servizi offerti; - il profilo evolutivo degli operatori del settore, con riguardo alla diffusione della certificazione e dell’orientamento alla customer satisfaction, di soluzioni tecnologiche ed informative finalizzate a rafforzare l’integrazione con la clientela e ad ottimizzare i servizi offerti e alla propensione a promuovere progetti di logistica distrettuale o di sistema. Lo studio si articola intorno alla verifica delle ipotesi poste alla base del lavoro, il cui scopo ultimo è quello di cogliere le potenzialità e le criticità dello sviluppo logistico e di identificare gli spazi di miglioramento e di incontro della domanda e dell’offerta logistica espressa dalle piccole imprese. La risposta, che matura nelle riflessioni conclusive, tocca sia le piccole imprese manifatturiere e di logistica, che il ruolo delle istituzioni (associazioni ed enti pubblici) del contesto locale e nazionale di riferimento. Le prime sono chiamate a rafforzare la cultura imprenditoriale e manageriale per qualificare il proprio approccio alla logistica, in termini di dotazione di risorse umane e informative, necessarie per introdurre principi e strumenti operativi che stanno alla base dei percorsi di eccellenza logistica. Le seconde sono sollecitate a guidare mirate strategie di politica territoriale, tese, da un lato, a sensibilizzare le imprese sulle opportunità che offre la logistica, dall’altro, a realizzare le infrastrutture (piattaforme logistiche fisiche e virtuali) necessarie all’organizzazione dei flussi logistici interaziendali. Le riflessioni conclusive vertono sulla verifica delle ipotesi relative all’analisi congiunta di alcuni aspetti che toccano i comportamenti delle imprese manifatturiere e di logistica & trasporto e relative al grado di coerenza/incoerenza tra domanda e offerta di servizi logistici. La prima ipotesi, relativa alla differente “velocità” che caratterizza i fronti della domanda e dell’offerta logistica, è avvalorata dalle evidenze di seguito specificate. La maggioranza delle piccole imprese manifatturiere è ancora prevalentemente posizionata su servizi logistici tradizionali e, nonostante le difficoltà di qualificazione del profilo logistico, aggravate dalla mancanza di stimoli provenienti dall’offerta di soluzioni tecnologiche e di servizi logistici innovativi adeguati, in una minoranza di imprese più evolute, che ricorrono ad interlocutori logistici selezionati (con cui ricercano soluzioni basate sull’approntamento di strumenti e logiche ad alto contenuto di specificità), la cultura logistica va rafforzandosi e cresce l’apertura verso servizi innovativi, così come l’approccio all’outsourcing e all’innovazione delle aree logistiche sta divenendo progressivamente meno timido e circostanziato. Per contro, le piccole imprese di logistica faticano, in genere, a posizionare la propria offerta su servizi evoluti e integrati e rischiano di compromettere le proprie possibilità di sviluppo se non pervengono in tempi brevi a livelli di dotazione informativa e tecnologica maggiori. La stessa clientela small business, maturando il percorso di evoluzione logistica, anche grazie all’effetto traino delle grandi impresi committenti, costituisce un target che rischiano di perdere. Le piccole imprese di logistica non appaiono, dunque, capaci di trainare l’offerta, ma di reagirvi e di adeguarsi alla domanda. La seconda ipotesi assumeva che gli spazi della logistica per le piccole imprese industriali sono maggiori rispetto a quelli delle piccole imprese di logistica. Tale assunto trova fondamento, alla luce di quanto sopra specificato, nella debolezza che caratterizza queste ultime e nella turbolenza del settore, dominato da imprese di grande dimensione che, da qualche anno, guardano con interesse anche alla domanda espressa dalle piccole e medie aziende industriali. E’ senz’altro vero che su questi fattori di gap dell’offerta pesa anche la lentezza del processo di terziarizzazione logistica delle imprese clienti, ma è altrettanto innegabile che le aziende di trasporto e logistica dovrebbero fare propria la missione della logistica e offrire per prime servizi in grado di far evolvere la filosofia e maturare le competenze delle imprese clienti, proponendo, ad esempio, soluzioni logistiche che facilitano l’incontro tra domanda e offerta di servizi su basi distrettuale. In definitiva, sia sull’offerta, che sulla domanda pesano fattori che si riconducono a ritardi organizzativi e culturali delle piccole imprese, soprattutto sul piano della dotazione tecnologica ed informativa (stante il fatto che logistics best practices depend on technologies) ma proprio in questo iato dovrebbe inserirsi l’offerta di soluzioni innovative promossa dalle piccole imprese di logistica e trasporto, tesa ad anticipare le mire dei grandi operatori. La prospettiva distrettuale, in questo contesto, appare come una delle possibili vie per assicurare margini di sviluppo ai piccoli operatori della logistica e per risolvere, almeno in parte, i problemi logistici delle imprese industriali. Tale soluzione, che ricalca la realtà socio-economica del nostro Paese, consentirebbe alla domanda e all’offerta di sfruttare le potenzialità di un approccio integrato alla logistica. La domanda di servizi distrettuali, che sconta il peso di una cultura logistica debole, andrebbe stimolata attraverso progetti che recepiscano le specificità settoriali e relazionali dei singoli distretti, individuando strumenti e ruoli adeguati superare i vincoli culturali, infrastrutturali, fisici e informativi. L’informatizzazione dei processi logistici all’interno delle piccole e medie imprese è una pre-condizione per lo sviluppo di servizi logistici integrati a livello distrettuale e per lo sviluppo delle piattaforme fisiche, differenziate in funzione della tipologia di attività logistica svolta e dei flussi logistici presidiati e, in questo contesto, è fondamentale il contributo delle Associazioni di categoria. Sulle capacità di incontro della domanda e dell’offerta di servizi di logistica distrettuale, i possibili scenari (Cerruti 2004) spaziano dalla stasi e dal blocco reciproco alla situazione in cui la crescita è trainata dall’offerta (intervento attivo dei grandi operatori della logistica), sino a quella, auspicabile, di uno sviluppo radicato nel distretto o nei sistemi produttivi similari, in cui entrambe le controparti valorizzano le competenze specifiche dell’area. Quest’ultimo approccio, che sulla base degli orientamenti delle piccole imprese intervistate appare ancora lontano, è senz’altro complesso (per i tanti problemi di compatibilità tra distretti industriali e nodo logistico), ma non impossibile e, per molti aspetti, necessario. Se supportate dalle Associazioni di categoria, chiamate a stimolare le istituzioni locali ad affrontare le problematiche della regolamentazione delle aree logistiche e a promuovere iniziative consortili mirate alle piccole imprese manifatturiere e di logistica, accanto al ruolo che giocheranno i grandi operatori globali della logistica e le imprese industriali leader, si apriranno spazi anche per imprese di dimensioni minori. E il fatto che tale tematica sia negli ultimi anni oggetto di numerosi incontri tra mondo politico, industriale e operatori logistici, è un segnale importante di apertura e dell’orientamento verso un approccio collaborativo teso a promuovere una cultura delle relazioni imprenditoriali che tocca in primis il mondo delle piccole imprese, e che è necessaria per vincere la partita della qualificazione della domanda e dell’offerta logistica. La diffusione, sul fronte della domanda e dell’offerta, di soluzioni strategiche ed operative finalizzate ad integrare i flussi logistici tra attori di diversa dimensione e collocati in differenti nodi dei processi logistici, non può, infatti, prescindere da soluzioni comuni, perché il problema logistico, così come è recentemente interpretato, esce dalla singola azienda e tocca il sistema imprese-mercato, per cui, accanto alle risposte individuali (soluzioni specifiche maturate all’interno di ciascuna azienda), occorrono soluzioni congiunte. In definitiva, la logistica, tra facili miti e misconception, non può essere considerata una panacea, ma senz’altro contribuisce a rafforzare quella visione olistica dei processi produttivi, distributivi e di consumo che è tipica dell’era attuale e, per raggiungere tale scopo, postula una risposta che veda come protagonisti gli attori del mondo aziendale (imprese industriali e operatori logistici) e quelli del mondo istituzionale, questi ultimi chiamati, in particolare, a supportare le strategie delle piccole imprese.

LA LOGISTICA NELL'ECONOMIA DELLE IMPRESE MINORI

DEL BALDO, MARA
2006

Abstract

EXTENDED ABSTRACT Lo studio muove dalla volontà di rintracciare, in primis, le linee evolutive generali sul tema che vede, da un lato, il ruolo in chiave strategica, sul piano micro e macroeconomico, della logistica, dall’altro, l’emergere di contraddizioni legate ai primi segni di un suo superamento sul piano teorico, che non sembra del tutto giustificato, specie con riferimento alle piccole imprese. Secondariamente, attraverso l’analisi dei contributi teorici ed empirici, e mediante la ricerca sul campo, il lavoro vuole dare risalto agli aspetti che caratterizzano la domanda e l’offerta logistica delle piccole imprese, per contribuire a identificarne le specificità e i possibili spazi di intervento. Mentre, infatti, le strategie logistiche delle grandi imprese produttive e commerciali e le strategie competitive dei player globali del settore acquisiscono valenza interpretativa e normativa, i profili comportamentali delle imprese minori non sono sempre di facile lettura. Diversi sono i sintomi di gap logistico delle piccole imprese (elevata incidenza dei costi logistici, inadeguatezza della dimensione strutturale, mancanza di competenze e richiesta di esperti di logistica) e ancora diffuso è diffuso un atteggiamento di scarsa percezione e, spesso, di sottovalutazione dei problemi logistici. Sulla falsariga degli aspetti delineati in questa premessa, il lavoro è articolato in due parti, a cui seguono le riflessioni conclusive. Nella prima parte, attraverso il richiamo dei diversi contributi e degli approcci di studio sulla logistica, sono presentati i principali lineamenti (modelli concettuali e schemi teorici) sull’evoluzione del concetto e della sfera di azione della logistica (in termini di attività, funzioni, elementi del sistema logistico), nelle sue declinazioni operative e strategiche. La seconda parte si apre con un’analisi della letteratura sulla logistica delle piccole imprese (industriali) e nelle piccole imprese (di trasporti e logistica) e una descrizione delle evidenze ottenute dalle ricerche empiriche recentemente condotte sul piano nazionale e internazionale. La trattazione di questi aspetti, assieme alla descrizione della metodologia impiegata, introduce la ricerca empirica personalmente condotta, che costituisce la parte centrale del lavoro. Lo studio sul campo ha interessato un campione di oltre 300 piccole imprese marchigiane e romagnole. Il campione, plurisettoriale, include imprese manifatturiere e di logistica e trasporto e costituisce lo strumento utilizzato per approfondire dal punto di vista quantitativo e qualitativo lo studio dell’offerta e della domanda logistica. L’analisi rivolta alle imprese manifatturiere si sofferma, in particolare, sulle seguenti aree tematiche: - le attività del ciclo logistico svolte internamente e la diffusione dell’outsourcing di parti del processo logistico; - la dotazione tecnologica e informatica per il coordinamento dei processi logistici; - l’orientamento al miglioramento del livello di servizio e la diffusione di indicatori gestionali per la rilevazione e il monitoraggio dei costi e delle prestazioni logistiche; - le scelte organizzative della logistica; - l’impiego del commercio elettronico e le implicazioni sull’assetto logistico aziendale; -il tipo di visione logistica prevalente e il livello di consapevolezza del valore strategico della logistica; - l’orientamento verso soluzioni logistiche comuni (di distretto o di filiera). L’analisi rivolta alle piccole imprese di logistica e trasporti si sofferma, tra gli altri, sui seguenti aspetti: - l’assetto strutturale delle imprese e la tipologia di operatori presenti nel comparto; - la natura dei servizi offerti; - il profilo evolutivo degli operatori del settore, con riguardo alla diffusione della certificazione e dell’orientamento alla customer satisfaction, di soluzioni tecnologiche ed informative finalizzate a rafforzare l’integrazione con la clientela e ad ottimizzare i servizi offerti e alla propensione a promuovere progetti di logistica distrettuale o di sistema. Lo studio si articola intorno alla verifica delle ipotesi poste alla base del lavoro, il cui scopo ultimo è quello di cogliere le potenzialità e le criticità dello sviluppo logistico e di identificare gli spazi di miglioramento e di incontro della domanda e dell’offerta logistica espressa dalle piccole imprese. La risposta, che matura nelle riflessioni conclusive, tocca sia le piccole imprese manifatturiere e di logistica, che il ruolo delle istituzioni (associazioni ed enti pubblici) del contesto locale e nazionale di riferimento. Le prime sono chiamate a rafforzare la cultura imprenditoriale e manageriale per qualificare il proprio approccio alla logistica, in termini di dotazione di risorse umane e informative, necessarie per introdurre principi e strumenti operativi che stanno alla base dei percorsi di eccellenza logistica. Le seconde sono sollecitate a guidare mirate strategie di politica territoriale, tese, da un lato, a sensibilizzare le imprese sulle opportunità che offre la logistica, dall’altro, a realizzare le infrastrutture (piattaforme logistiche fisiche e virtuali) necessarie all’organizzazione dei flussi logistici interaziendali. Le riflessioni conclusive vertono sulla verifica delle ipotesi relative all’analisi congiunta di alcuni aspetti che toccano i comportamenti delle imprese manifatturiere e di logistica & trasporto e relative al grado di coerenza/incoerenza tra domanda e offerta di servizi logistici. La prima ipotesi, relativa alla differente “velocità” che caratterizza i fronti della domanda e dell’offerta logistica, è avvalorata dalle evidenze di seguito specificate. La maggioranza delle piccole imprese manifatturiere è ancora prevalentemente posizionata su servizi logistici tradizionali e, nonostante le difficoltà di qualificazione del profilo logistico, aggravate dalla mancanza di stimoli provenienti dall’offerta di soluzioni tecnologiche e di servizi logistici innovativi adeguati, in una minoranza di imprese più evolute, che ricorrono ad interlocutori logistici selezionati (con cui ricercano soluzioni basate sull’approntamento di strumenti e logiche ad alto contenuto di specificità), la cultura logistica va rafforzandosi e cresce l’apertura verso servizi innovativi, così come l’approccio all’outsourcing e all’innovazione delle aree logistiche sta divenendo progressivamente meno timido e circostanziato. Per contro, le piccole imprese di logistica faticano, in genere, a posizionare la propria offerta su servizi evoluti e integrati e rischiano di compromettere le proprie possibilità di sviluppo se non pervengono in tempi brevi a livelli di dotazione informativa e tecnologica maggiori. La stessa clientela small business, maturando il percorso di evoluzione logistica, anche grazie all’effetto traino delle grandi impresi committenti, costituisce un target che rischiano di perdere. Le piccole imprese di logistica non appaiono, dunque, capaci di trainare l’offerta, ma di reagirvi e di adeguarsi alla domanda. La seconda ipotesi assumeva che gli spazi della logistica per le piccole imprese industriali sono maggiori rispetto a quelli delle piccole imprese di logistica. Tale assunto trova fondamento, alla luce di quanto sopra specificato, nella debolezza che caratterizza queste ultime e nella turbolenza del settore, dominato da imprese di grande dimensione che, da qualche anno, guardano con interesse anche alla domanda espressa dalle piccole e medie aziende industriali. E’ senz’altro vero che su questi fattori di gap dell’offerta pesa anche la lentezza del processo di terziarizzazione logistica delle imprese clienti, ma è altrettanto innegabile che le aziende di trasporto e logistica dovrebbero fare propria la missione della logistica e offrire per prime servizi in grado di far evolvere la filosofia e maturare le competenze delle imprese clienti, proponendo, ad esempio, soluzioni logistiche che facilitano l’incontro tra domanda e offerta di servizi su basi distrettuale. In definitiva, sia sull’offerta, che sulla domanda pesano fattori che si riconducono a ritardi organizzativi e culturali delle piccole imprese, soprattutto sul piano della dotazione tecnologica ed informativa (stante il fatto che logistics best practices depend on technologies) ma proprio in questo iato dovrebbe inserirsi l’offerta di soluzioni innovative promossa dalle piccole imprese di logistica e trasporto, tesa ad anticipare le mire dei grandi operatori. La prospettiva distrettuale, in questo contesto, appare come una delle possibili vie per assicurare margini di sviluppo ai piccoli operatori della logistica e per risolvere, almeno in parte, i problemi logistici delle imprese industriali. Tale soluzione, che ricalca la realtà socio-economica del nostro Paese, consentirebbe alla domanda e all’offerta di sfruttare le potenzialità di un approccio integrato alla logistica. La domanda di servizi distrettuali, che sconta il peso di una cultura logistica debole, andrebbe stimolata attraverso progetti che recepiscano le specificità settoriali e relazionali dei singoli distretti, individuando strumenti e ruoli adeguati superare i vincoli culturali, infrastrutturali, fisici e informativi. L’informatizzazione dei processi logistici all’interno delle piccole e medie imprese è una pre-condizione per lo sviluppo di servizi logistici integrati a livello distrettuale e per lo sviluppo delle piattaforme fisiche, differenziate in funzione della tipologia di attività logistica svolta e dei flussi logistici presidiati e, in questo contesto, è fondamentale il contributo delle Associazioni di categoria. Sulle capacità di incontro della domanda e dell’offerta di servizi di logistica distrettuale, i possibili scenari (Cerruti 2004) spaziano dalla stasi e dal blocco reciproco alla situazione in cui la crescita è trainata dall’offerta (intervento attivo dei grandi operatori della logistica), sino a quella, auspicabile, di uno sviluppo radicato nel distretto o nei sistemi produttivi similari, in cui entrambe le controparti valorizzano le competenze specifiche dell’area. Quest’ultimo approccio, che sulla base degli orientamenti delle piccole imprese intervistate appare ancora lontano, è senz’altro complesso (per i tanti problemi di compatibilità tra distretti industriali e nodo logistico), ma non impossibile e, per molti aspetti, necessario. Se supportate dalle Associazioni di categoria, chiamate a stimolare le istituzioni locali ad affrontare le problematiche della regolamentazione delle aree logistiche e a promuovere iniziative consortili mirate alle piccole imprese manifatturiere e di logistica, accanto al ruolo che giocheranno i grandi operatori globali della logistica e le imprese industriali leader, si apriranno spazi anche per imprese di dimensioni minori. E il fatto che tale tematica sia negli ultimi anni oggetto di numerosi incontri tra mondo politico, industriale e operatori logistici, è un segnale importante di apertura e dell’orientamento verso un approccio collaborativo teso a promuovere una cultura delle relazioni imprenditoriali che tocca in primis il mondo delle piccole imprese, e che è necessaria per vincere la partita della qualificazione della domanda e dell’offerta logistica. La diffusione, sul fronte della domanda e dell’offerta, di soluzioni strategiche ed operative finalizzate ad integrare i flussi logistici tra attori di diversa dimensione e collocati in differenti nodi dei processi logistici, non può, infatti, prescindere da soluzioni comuni, perché il problema logistico, così come è recentemente interpretato, esce dalla singola azienda e tocca il sistema imprese-mercato, per cui, accanto alle risposte individuali (soluzioni specifiche maturate all’interno di ciascuna azienda), occorrono soluzioni congiunte. In definitiva, la logistica, tra facili miti e misconception, non può essere considerata una panacea, ma senz’altro contribuisce a rafforzare quella visione olistica dei processi produttivi, distributivi e di consumo che è tipica dell’era attuale e, per raggiungere tale scopo, postula una risposta che veda come protagonisti gli attori del mondo aziendale (imprese industriali e operatori logistici) e quelli del mondo istituzionale, questi ultimi chiamati, in particolare, a supportare le strategie delle piccole imprese.
2006
9788854852495
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/1890693
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