All’interno della funzione istituzionale e sociale della ragioneria un ruolo fondamentale è rivestito dal “genere” (gender accounting) ed è ampia la letteratura che, all’attuale stato dell’arte, si occupa di questo argomento. Nel contesto delle molteplici ramificazioni delle direzioni di ricerca, che caratterizzano l’economia aziendale e la ragioneria, di cui la gender accounting costituisce un peculiare framework, la domanda di ricerca a cui vogliamo rispondere è la seguente: “Attraverso la lettura dei dati contabili ed extra-contabili, qual è il ruolo della donna all’interno dell’ Aiuto Materno e Infantile di Rimini nel periodo che si snoda dal 1920 al 1950?” Questo lavoro rappresenta la seconda fase di studio del caso “Fondazione” S. Giuseppe per l’Aiuto materno e infantile di Rimini, di cui avevamo analizzato la prima in precedenti lavori focalizzandoci sulla fase propedeutica e propriamente istituzionale. Il S. Giuseppe è stato infatti interpretato come frutto tangibile dell’incontro tra “scienza e carità”, ovvero tra l’anima laica e religiosa, accomunate dalla volontà di rispondere ai bisogni delle fasce più deboli e “senza voce” nella società di quel tempo (bambini abbandonati, illegittimi e madri povere) e di rendere concreto il passaggio da un’idea di carità intesa come “atto di beneficenza” ad una nuova concezione della gestione del sociale come “diritto al soccorso”. Il disegno di ricerca, che si articola sul piano deduttivo e su quello induttivo. Infatti include l’analisi della letteratura e lo studio del caso Istituto S. Giuseppe per l’Aiuto Materno e Infantile di Rimini (all’attuale stato dell’arte: S. Giuseppe per l’Aiuto Materno e Infantile ONLUS), sorto agli albori del Novecento grazie alla sensibilità e all’intuizione, tipicamente femminile, di una donna (Suor Giuseppina Soleri) e alla competenza e all’impegno professionale e umanitario di un medico (Prof. Antonio Del Piano) per proteggere la maternità e la prima infanzia. Tale caso, analizzato sotto il profilo metodologico induttivo come caso di ricerca, è particolarmente significativo poiché da oltre un secolo, il modello aziendale, che l’istituto rappresenta, ha saputo attraversare i cambiamenti culturali, economici e sociali del contesto locale (la provincia di Rimini) e nazionale. Il S. Giuseppe ha attivato forme di intervento (nutrizione delle madri povere, soluzione del problema del baliatico, nido per l’infanzia abbandonata) che hanno sanato piaghe sociali endemiche e anticipato di decenni la protezione sociale dello Stato, attraverso iniziative pionieristiche. La sua attività continua tutt’oggi attraverso due principali campi d’azione: l’assistenza sociale e l’assistenza socio-sanitaria, che danno il segno della capacità di accompagnare l’evoluzione culturale della famiglia in Italia dagli inizi del ‘900 ad oggi, sviluppando forme di accoglienza centrate sullo sviluppo integrale della persona.

Contabilità e carità: come leggere il “rosa” della ragioneria nella prima metà del XX secolo attraverso un caso di scuola

DEL BALDO, MARA
2013

Abstract

All’interno della funzione istituzionale e sociale della ragioneria un ruolo fondamentale è rivestito dal “genere” (gender accounting) ed è ampia la letteratura che, all’attuale stato dell’arte, si occupa di questo argomento. Nel contesto delle molteplici ramificazioni delle direzioni di ricerca, che caratterizzano l’economia aziendale e la ragioneria, di cui la gender accounting costituisce un peculiare framework, la domanda di ricerca a cui vogliamo rispondere è la seguente: “Attraverso la lettura dei dati contabili ed extra-contabili, qual è il ruolo della donna all’interno dell’ Aiuto Materno e Infantile di Rimini nel periodo che si snoda dal 1920 al 1950?” Questo lavoro rappresenta la seconda fase di studio del caso “Fondazione” S. Giuseppe per l’Aiuto materno e infantile di Rimini, di cui avevamo analizzato la prima in precedenti lavori focalizzandoci sulla fase propedeutica e propriamente istituzionale. Il S. Giuseppe è stato infatti interpretato come frutto tangibile dell’incontro tra “scienza e carità”, ovvero tra l’anima laica e religiosa, accomunate dalla volontà di rispondere ai bisogni delle fasce più deboli e “senza voce” nella società di quel tempo (bambini abbandonati, illegittimi e madri povere) e di rendere concreto il passaggio da un’idea di carità intesa come “atto di beneficenza” ad una nuova concezione della gestione del sociale come “diritto al soccorso”. Il disegno di ricerca, che si articola sul piano deduttivo e su quello induttivo. Infatti include l’analisi della letteratura e lo studio del caso Istituto S. Giuseppe per l’Aiuto Materno e Infantile di Rimini (all’attuale stato dell’arte: S. Giuseppe per l’Aiuto Materno e Infantile ONLUS), sorto agli albori del Novecento grazie alla sensibilità e all’intuizione, tipicamente femminile, di una donna (Suor Giuseppina Soleri) e alla competenza e all’impegno professionale e umanitario di un medico (Prof. Antonio Del Piano) per proteggere la maternità e la prima infanzia. Tale caso, analizzato sotto il profilo metodologico induttivo come caso di ricerca, è particolarmente significativo poiché da oltre un secolo, il modello aziendale, che l’istituto rappresenta, ha saputo attraversare i cambiamenti culturali, economici e sociali del contesto locale (la provincia di Rimini) e nazionale. Il S. Giuseppe ha attivato forme di intervento (nutrizione delle madri povere, soluzione del problema del baliatico, nido per l’infanzia abbandonata) che hanno sanato piaghe sociali endemiche e anticipato di decenni la protezione sociale dello Stato, attraverso iniziative pionieristiche. La sua attività continua tutt’oggi attraverso due principali campi d’azione: l’assistenza sociale e l’assistenza socio-sanitaria, che danno il segno della capacità di accompagnare l’evoluzione culturale della famiglia in Italia dagli inizi del ‘900 ad oggi, sviluppando forme di accoglienza centrate sullo sviluppo integrale della persona.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2597208
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