In Il guidatore notturno, compreso in Ti con zero (1967), Calvino sembra anticipare alcuni temi dei suoi scritti più dichiaratamente postmodernisti: la realtà virtuale, la frammentazione conoscitiva, l’ambiguità del messaggio e, soprattutto, l’instabilità-indecifrabilità del segno. Costruito con la tecnica “a restrizione” degli scrittori oulipiani, in anticipo di dodici anni sull’opera simbolo della sua adesione al postmodernismo letterario (Se una notte d’inverno un viaggiatore), il racconto – dal significato alta-mente plurivoco – sembra intercettare il clima inquieto di riflessione teoretica attorno al relativismo epistemologico degli strutturalisti e dei post-strutturalisti, proponendo – inaspettatamente in contrasto con la visione ottimistica della Sfida al labirinto – una semiosi in dissoluzione, in cui segno, messaggio e soggetto si perdono pynchonianamente in una morsa entropica dove «non c’è più nessuno capace di riceverci e d’intenderci».

Il guidatore notturno di Calvino, ovvero l’indecifrabilità del segno

Alberto Fraccacreta
2023

Abstract

In Il guidatore notturno, compreso in Ti con zero (1967), Calvino sembra anticipare alcuni temi dei suoi scritti più dichiaratamente postmodernisti: la realtà virtuale, la frammentazione conoscitiva, l’ambiguità del messaggio e, soprattutto, l’instabilità-indecifrabilità del segno. Costruito con la tecnica “a restrizione” degli scrittori oulipiani, in anticipo di dodici anni sull’opera simbolo della sua adesione al postmodernismo letterario (Se una notte d’inverno un viaggiatore), il racconto – dal significato alta-mente plurivoco – sembra intercettare il clima inquieto di riflessione teoretica attorno al relativismo epistemologico degli strutturalisti e dei post-strutturalisti, proponendo – inaspettatamente in contrasto con la visione ottimistica della Sfida al labirinto – una semiosi in dissoluzione, in cui segno, messaggio e soggetto si perdono pynchonianamente in una morsa entropica dove «non c’è più nessuno capace di riceverci e d’intenderci».
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