La filosofia rappresenta una disciplina inserita nei curricula formativi di tutti i percorsi liceali del sistema scolastico italiano. Per comprendere pienamente la valenza di tale insegnamento, è indispensabile fare riferimento ai testi normativi istituzionali che ne indicano la natura, le finalità e gli obiettivi da perseguire. Secondo i programmi di riferimento, la speculazione filosofica ha come fine quello di sollecitare l’allieva/o ad attivare percorsi riflessivi sulle questioni fondamentali che riguardano l’esistenza dell’uomo quali ad esempio, l’origine della conoscenza, il raggiungimento della virtù e della felicità, l’origine del male, ecc. Grazie alla riflessione filosofica, questi diviene gradualmente in grado di porsi degli interrogativi sul senso dell’esistenza, sul rapporto con se stesso e con gli altri, sulle modalità più appropriate per contribuire in modo significativo al miglioramento della propria realtà personale e sociale. Tuttavia, nonostante le numerose iniziative volte a promuovere la pratica filosofica – basti pensare, ad esempio, all’istituzione nel 2002 della Giornata Mondiale della filosofia, su iniziativa dell’Unesco – tale insegnamento nei contesti scolastici viene per lo più proposto secondo un approccio di tipo storico, che assegna una maggiore enfasi all’acquisizione di contenuti, rispetto a uno di tipo zetetico, centrato sull’investigazione e sulla ricerca personale. Ne consegue il ricorso da parte dei docenti a metodologie didattiche di tipo trasmissivo, volte all’acquisizione di una serie di dati e informazioni, che non riescono a coinvolgere pienamente le/gli allieve/i nei processi di insegnamento-apprendimento. Per superare tale criticità, è necessario porre in una relazione dialettica due ambiti solo in apparenza antitetici: “apprendere la filosofia” e “apprendere a filosofare”. Ciò richiede la necessità di far dialogare in modo virtuoso le conoscenze con le competenze, in quanto le prime rappresentano degli elementi imprescindibili per consentire alle seconde di poter essere applicate realmente nei contesti vitali delle persone. In altre parole, le conoscenze inerenti al pensiero fondativo di un autore o a una teoria devono poter essere discusse, analizzate, criticate, per poter svolgere una vera e propria azione formativa nei confronti di coloro che le apprendono. Sulla base di tali premesse, il presente contributo intende presentare alcune proposte metodologiche volte a promuovere il linguaggio filosofico come un approccio trasversale, che consenta alle/agli allievi di acquisire nuove prospettive di ricerca, dal punto di vista personale e collettiva. Nello specifico, grazie a metodologie quali il debate, il metodo autobiografico, l’apprendimento cooperativo, i metodi di ricerca, da condurre secondo una prospettiva interdisciplinare, le/gli allievi possono avere l’opportunità di confrontare e di condividere in modo autentico, in un contesto il più possibile privo di condizionamenti, i vissuti, le esperienze, i dubbi esistenziali dai quali sono attraversati. In tal modo è possibile costruire un contesto inclusivo che renda la filosofia una disciplina accessibile a tutti, superando le gerarchizzazioni tra chi è considerato abile di svolgere un determinato percorso di studio e chi, al contrario, è ritenuto inadatto, per ragioni personali, famigliari o sociali. Grazie al ricorso a differenti modalità comunicative, in linea con la prospettiva dell’Universal Design for Learning, ciascun/a allieva/o può partecipare pienamente alla riflessione filosofica, utilizzando i linguaggi e le modalità che risultano maggiormente in linea con il proprio funzionamento. Per tale ragione riteniamo che tale insegnamento, per le sue potenzialità nel co-costruire spazi comuni di riflessione, dovrebbe essere esteso a tutti gli indirizzi della scuola secondaria di secondo grado in quanto, affrontando questioni interdisciplinari legate alla cittadinanza, all’etica, alla cura di se stessi e dell’ambiente, può contribuire in modo significativo alla piena formazione dell’uomo e del cittadino.

Didattica della filosofia e processi inclusivi: alcune proposte metodologiche

Alessia Travaglini
2024

Abstract

La filosofia rappresenta una disciplina inserita nei curricula formativi di tutti i percorsi liceali del sistema scolastico italiano. Per comprendere pienamente la valenza di tale insegnamento, è indispensabile fare riferimento ai testi normativi istituzionali che ne indicano la natura, le finalità e gli obiettivi da perseguire. Secondo i programmi di riferimento, la speculazione filosofica ha come fine quello di sollecitare l’allieva/o ad attivare percorsi riflessivi sulle questioni fondamentali che riguardano l’esistenza dell’uomo quali ad esempio, l’origine della conoscenza, il raggiungimento della virtù e della felicità, l’origine del male, ecc. Grazie alla riflessione filosofica, questi diviene gradualmente in grado di porsi degli interrogativi sul senso dell’esistenza, sul rapporto con se stesso e con gli altri, sulle modalità più appropriate per contribuire in modo significativo al miglioramento della propria realtà personale e sociale. Tuttavia, nonostante le numerose iniziative volte a promuovere la pratica filosofica – basti pensare, ad esempio, all’istituzione nel 2002 della Giornata Mondiale della filosofia, su iniziativa dell’Unesco – tale insegnamento nei contesti scolastici viene per lo più proposto secondo un approccio di tipo storico, che assegna una maggiore enfasi all’acquisizione di contenuti, rispetto a uno di tipo zetetico, centrato sull’investigazione e sulla ricerca personale. Ne consegue il ricorso da parte dei docenti a metodologie didattiche di tipo trasmissivo, volte all’acquisizione di una serie di dati e informazioni, che non riescono a coinvolgere pienamente le/gli allieve/i nei processi di insegnamento-apprendimento. Per superare tale criticità, è necessario porre in una relazione dialettica due ambiti solo in apparenza antitetici: “apprendere la filosofia” e “apprendere a filosofare”. Ciò richiede la necessità di far dialogare in modo virtuoso le conoscenze con le competenze, in quanto le prime rappresentano degli elementi imprescindibili per consentire alle seconde di poter essere applicate realmente nei contesti vitali delle persone. In altre parole, le conoscenze inerenti al pensiero fondativo di un autore o a una teoria devono poter essere discusse, analizzate, criticate, per poter svolgere una vera e propria azione formativa nei confronti di coloro che le apprendono. Sulla base di tali premesse, il presente contributo intende presentare alcune proposte metodologiche volte a promuovere il linguaggio filosofico come un approccio trasversale, che consenta alle/agli allievi di acquisire nuove prospettive di ricerca, dal punto di vista personale e collettiva. Nello specifico, grazie a metodologie quali il debate, il metodo autobiografico, l’apprendimento cooperativo, i metodi di ricerca, da condurre secondo una prospettiva interdisciplinare, le/gli allievi possono avere l’opportunità di confrontare e di condividere in modo autentico, in un contesto il più possibile privo di condizionamenti, i vissuti, le esperienze, i dubbi esistenziali dai quali sono attraversati. In tal modo è possibile costruire un contesto inclusivo che renda la filosofia una disciplina accessibile a tutti, superando le gerarchizzazioni tra chi è considerato abile di svolgere un determinato percorso di studio e chi, al contrario, è ritenuto inadatto, per ragioni personali, famigliari o sociali. Grazie al ricorso a differenti modalità comunicative, in linea con la prospettiva dell’Universal Design for Learning, ciascun/a allieva/o può partecipare pienamente alla riflessione filosofica, utilizzando i linguaggi e le modalità che risultano maggiormente in linea con il proprio funzionamento. Per tale ragione riteniamo che tale insegnamento, per le sue potenzialità nel co-costruire spazi comuni di riflessione, dovrebbe essere esteso a tutti gli indirizzi della scuola secondaria di secondo grado in quanto, affrontando questioni interdisciplinari legate alla cittadinanza, all’etica, alla cura di se stessi e dell’ambiente, può contribuire in modo significativo alla piena formazione dell’uomo e del cittadino.
2024
978-84-10282-32-2
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2737971
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