La narrazione in Pedagogia speciale è strettamente connessa alla categoria della cura educativa intesa come elemento fondativo del bagaglio professionale di chi lavora a contatto con le umane fragilità e vulnerabilità (Gaspari, 2021). Si tratta di valorizzare il paradigma dinamico ed evolutivo della narrazione che interroga costantemente la riflessione epistemologica della Pedagogia speciale declinata in ottica inclusiva, perché le parole, i simboli, i gesti e i racconti sono formae mentis e non semplicistiche procedure, modelli, strumenti, finalizzati all’ottimizzazione di conoscenze e competenze performanti ed abiliste: ci interrogano, abitandoci, ci visitano, ri-significandoci. Flessibilità, stile auto-riflessivo ed euristico richiedono costanti adattamenti culturali e capaci di arricchire le nostre ricerche scientifiche e didattico-tecnologiche negli incontri trasversali con gli altri saperi, in grado di generare sempre nuove dialettiche produttive, ibridazioni necessarie, intrecci e interconnessioni tipiche della prospettiva inclusiva. L’approccio narrativo offre un contributo notevole nella costruzione di processi di insegnamento-apprendimento significativi. Il linguaggio narrativo rappresenta, infatti, un costrutto epistemico, dinamico e trasversale, ovvero di natura interdisciplinare, capace di modificare il tradizionale approccio ai saperi, alle relazioni e ai contesti secondo una prospettiva auto-trasformativa (Mortari, 2019). Si tratta di assumere e di valorizzare una pluralità di funzioni: euristico-esplicativa, in quanto consente al soggetto con disabilità di “ri-definire il ruolo e il significato di oggetti, eventi marcatori e persone che hanno maggiormente influenzato la sua traiettoria esistenziale” (Gaspari, 2008, p. 262), formativa, in quanto incide sul suo percorso identitario e, nello stesso tempo, trasformativa, poichè si pone come strumento-metodo di riprogettazione esistenziale (Gaspari, 2022). Nella didattica della filosofia l’approccio narrativo autobiografico risulta particolarmente funzionale per consentire alle/gli allieve/i di entrare in contatto con l’unicità dei propri vissuti. Esplorando in chiave narrativa le metafore che hanno attraversato la storia del pensiero filosofico – come il viaggio, il sogno, l’utopia, la cura, il volto – le/gli allieve/i scoprono di essere abitati da dubbi e interrogativi simili a quelli degli stessi filosofi che stanno conoscendo: le letture filosofiche rivelano al lettore la narrazione autobiografica dei loro autori, con la relativa visione del mondo nel quale sono immersi (De Bellis, 2024). Affinché si costruisca un contesto realmente inclusivo, è necessario tuttavia che la narrazione si serva – come sollecitato dall’Universal Design for Learning (Savia, 2015) – di una molteplicità di linguaggi, in linea con il profilo cognitivo della/o studentessa/e. L’approccio narrativo associato al prezioso apporto fornito dalla tecnologia favorisce lo sviluppo e l’espressione delle intelligenze multiple e multisensoriali (Gardner, 2015), permettendo agli alunni con disabilità di valorizzare i personali punti – forza e debolezza – per ri-costruire la propria storia (Bocci, Castellana e De Angelis, 2023; Gaspari, 2021, 2023; Salis, 2018), allo scopo di progettare, insieme ai coetanei, alternative traiettorie didattico-tecnologiche supportate dal paradigma narrativo, in grado di superare sterili forme di disciplinarismo. La pluralità dei linguaggi multimediali utilizzati nell’ambito della narrazione digitale rappresenta un produttivo medium inclusivo capace di supportare gli allievi con «bisogni educativi speciali» (e non solo), che manifestano difficoltà comunicative, ad esprimersi in modo creativo ed efficace, promuovendo l’acquisizione di competenze tecniche, socio-relazionali, autoriflessive, logico-critiche ed emotivo-affettive.

Approccio narrativo e digital stApproccio narrativo e digital storytelling: quale contributo per la costruzione di contesti inclusivi?orytelling: quale contributo per la costruzione di contesti inclusivi?

Gaspari P
;
Travaglini A.
2024

Abstract

La narrazione in Pedagogia speciale è strettamente connessa alla categoria della cura educativa intesa come elemento fondativo del bagaglio professionale di chi lavora a contatto con le umane fragilità e vulnerabilità (Gaspari, 2021). Si tratta di valorizzare il paradigma dinamico ed evolutivo della narrazione che interroga costantemente la riflessione epistemologica della Pedagogia speciale declinata in ottica inclusiva, perché le parole, i simboli, i gesti e i racconti sono formae mentis e non semplicistiche procedure, modelli, strumenti, finalizzati all’ottimizzazione di conoscenze e competenze performanti ed abiliste: ci interrogano, abitandoci, ci visitano, ri-significandoci. Flessibilità, stile auto-riflessivo ed euristico richiedono costanti adattamenti culturali e capaci di arricchire le nostre ricerche scientifiche e didattico-tecnologiche negli incontri trasversali con gli altri saperi, in grado di generare sempre nuove dialettiche produttive, ibridazioni necessarie, intrecci e interconnessioni tipiche della prospettiva inclusiva. L’approccio narrativo offre un contributo notevole nella costruzione di processi di insegnamento-apprendimento significativi. Il linguaggio narrativo rappresenta, infatti, un costrutto epistemico, dinamico e trasversale, ovvero di natura interdisciplinare, capace di modificare il tradizionale approccio ai saperi, alle relazioni e ai contesti secondo una prospettiva auto-trasformativa (Mortari, 2019). Si tratta di assumere e di valorizzare una pluralità di funzioni: euristico-esplicativa, in quanto consente al soggetto con disabilità di “ri-definire il ruolo e il significato di oggetti, eventi marcatori e persone che hanno maggiormente influenzato la sua traiettoria esistenziale” (Gaspari, 2008, p. 262), formativa, in quanto incide sul suo percorso identitario e, nello stesso tempo, trasformativa, poichè si pone come strumento-metodo di riprogettazione esistenziale (Gaspari, 2022). Nella didattica della filosofia l’approccio narrativo autobiografico risulta particolarmente funzionale per consentire alle/gli allieve/i di entrare in contatto con l’unicità dei propri vissuti. Esplorando in chiave narrativa le metafore che hanno attraversato la storia del pensiero filosofico – come il viaggio, il sogno, l’utopia, la cura, il volto – le/gli allieve/i scoprono di essere abitati da dubbi e interrogativi simili a quelli degli stessi filosofi che stanno conoscendo: le letture filosofiche rivelano al lettore la narrazione autobiografica dei loro autori, con la relativa visione del mondo nel quale sono immersi (De Bellis, 2024). Affinché si costruisca un contesto realmente inclusivo, è necessario tuttavia che la narrazione si serva – come sollecitato dall’Universal Design for Learning (Savia, 2015) – di una molteplicità di linguaggi, in linea con il profilo cognitivo della/o studentessa/e. L’approccio narrativo associato al prezioso apporto fornito dalla tecnologia favorisce lo sviluppo e l’espressione delle intelligenze multiple e multisensoriali (Gardner, 2015), permettendo agli alunni con disabilità di valorizzare i personali punti – forza e debolezza – per ri-costruire la propria storia (Bocci, Castellana e De Angelis, 2023; Gaspari, 2021, 2023; Salis, 2018), allo scopo di progettare, insieme ai coetanei, alternative traiettorie didattico-tecnologiche supportate dal paradigma narrativo, in grado di superare sterili forme di disciplinarismo. La pluralità dei linguaggi multimediali utilizzati nell’ambito della narrazione digitale rappresenta un produttivo medium inclusivo capace di supportare gli allievi con «bisogni educativi speciali» (e non solo), che manifestano difficoltà comunicative, ad esprimersi in modo creativo ed efficace, promuovendo l’acquisizione di competenze tecniche, socio-relazionali, autoriflessive, logico-critiche ed emotivo-affettive.
2024
978-88-6022-495-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2738973
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